DRAMMATICCO – DURATA 130′ – ITALIA
Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata anni prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna negli Stati Uniti e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie impareranno a chiamare casa…
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Nulla da dire in merito alla recitazione. I bambini sono bravissimi, Favino è sempre una garanzia. Quello che mi ha lasciato perplesso è il racconto in se. Ma considerato il fatto che sia una elaborazione di un manoscritto ritrovato in un baule, scritto da Fellini e Pinelli, e che il tutto ha la volontà di essere una specie di favola, forse implica che come tale vada presa. Vorrei dire molte cose, ma il fatto di non poter oscurare gli spoiler me lo impedisce. Ci sono molte cose che durante la visione possono piacere molto o possono urtare. Ad esempio, io dal profondo nord est, avrei avuto bisogno dei sottotitoli per il parlato in napoletano più che in inglese. Ma me lo sarei dovuto attendere. Ripeto, è una favola e va presa come tale.
Il racconto ti prende, e non ti annoia. quello che si vede è interessante. Le musiche sono completamente fuori contesto, con canzoni come wonderful life, che parte in un momento drammatico. Pur capendone la motivazione, non ho apprezzato il finale, che aggiunge una sensazione di frustrazione al senso di frettolosità con cui alle volte si svolge il racconto, in cui emerge sempre il dolore che si accompagna alla migrazione, legale o meno. E il pensiero va a quelli che oggi sono quelli come noi di un tempo. Fa riflettere.
Va bene il vago richiamo al neorealismo del dopoguerra e al viaggio della speranza verso il sogno americano come espedienti per mettere in piedi una storiella lontana dal grigiore odierno, ma quando ad un certo punto, in piena traversata atlantica, é partito il monumentale brano “A salty dog” dei Procol Harum mi sono cadute del tutto le braccia.
Anche io l’ho pensato. E che dire di “Be my baby” che è una canzone non solo del 1963 ma che non c’entrava assolutamente niente? Ma era difficile trovare canzoni adatte per l’epoca? Sia italiane che americane? Peccato. I due ragazzini sono stati molto bravi, anzi, anche troppo. Ricordiamoci che comunque sono dei bambini, un pianterello, un po’ di angoscia ci stavano. Favino come sempre meraviglioso. Ha dovuto persino snaturare il suo ottimo inglese per adottarne uno un po’ più maccheronico.
un film che si lascia guardare più per la curiosità ,,,bravi i ragazzini e Favino ,riguardo alla storia
non credo che partivano navi da guerra se pur da carico per alleati con a bordo cittadini di prima classe
come si vede nel film
Nella sua semplicità racconta il problema dell’immigrazione che non è risolto ancora oggi|
Salvatores cerca di copiare Tornatore con mediocri risultati, bravi i due bambini comunque ma il film non emoziona piu’ di tanto
A me è piaciuto i bambini sono bravissimi e il film regge, Mi è piaciuto anche Favino che di solito non amo..una storia diciamo già vista, antica per il Cinema, ma con un atmosfera che si fa guardare ..e come avevo già scritto nei commenti precedenti, fa piacere vedere un film con una troupe tutta italiana con tutte queste location e questi mezzi.
Grazie Staff
si puo’ guardare..ma nulla di che’..
ricalca il clichè del film strappalacrime sulla condizione, ahimè più che vera, dei nostri immigrati, parìa d’america con “niggers e chicanos”
a me è piaciuto,cast ottimo e discreta cura nei dettagli. Bella ,ma incompressibile il nesso con la colonna sonora
grazie cb
carino tre stelle grazie
Molto emozionante.
Molto bello, bravo Gabriele!